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chat gpt 5 kung fu prompting

ChatGPT 5: il nostro “kung fu” dell’AI—tra libro, persone e scelte di campo

L’AI può complicarti le giornate o regalarti tempo. In PC Cube abbiamo scelto la seconda via: farne pratica quotidiana. È da qui che nasce il libro del nostro CTO, Pietro Nicolaus Roselli Lorenzini, “ChatGPT 5: Il Kung Fu del Prompting”. Non un manuale di trucchi, ma un percorso di allenamento: obiettivi chiari, criteri di qualità, responsabilità del risultato. Lo apri e trovi un modo semplice per mettere ordine — prima nella testa, poi nei processi — dai fondamenti del prompting fino all’uso in team e in azienda, passando per file e documenti, coding assistito, multimodalità, memoria e piccole automazioni che fanno la differenza nella vita reale.

Il libro parla a chiunque senta l’urgenza di trasformare la curiosità in metodo: professionisti che vogliono risposte affidabili, manager che devono orchestrare persone e obiettivi, power user e IT che integrano l’AI senza fermare il delivery. L’idea è quella del dojo: si prova, si corregge, si migliora — con esempi concreti, schede operative e un playbook per i primi novanta giorni che aiuta a far avanzare l’adozione senza sbattere contro i processi.

Questa impostazione è il riflesso della nostra visione. Negli ultimi anni abbiamo investito seriamente in Ricerca & Sviluppo per rendere l’AI spiegabile, affidabile e misurabile nei contesti produttivi: non solo modelli, ma metodi, asset riutilizzabili e una cultura della qualità che accompagni le scelte giorno per giorno. Crediamo nella formazione diffusa: programmi interni per ruoli tecnici e non tecnici, workshop e coding camp per diffondere l’AI a tutti i livelli aziendali (sviluppo, project management e account management) —stessa lingua, stessi criteri, stessa cura per la qualità per tutti. È così che si crea un terreno comune: quando le persone capiscono come lavorare insieme, l’AI smette di essere “magia” e diventa un modo migliore di fare le cose.

A questa trama uniamo il mondo della ricerca.

Con l’Università La Sapienza stiamo seguendo quattro tesi su AI e machine learning e la stesura di quattro articoli destinati a conferenze di Fascia A: il ponte tra laboratorio e impresa resta saldo quando le idee vengono misurate, discusse, migliorate. Ci piace che ciò che validiamo in accademia trovi spazio nei progetti: analisi documentale con metriche chiare (precisione, copertura, tempo di risposta), reverse engineering assistito, test automation (unit/integration, generazione automatica di piani e casi di test), workflow intelligenti e knowledge automation con tracciabilità e audit. Non cerchiamo l’effetto speciale: cerchiamo affidabilità, tempi certi, sicurezza dei dati.

Su questo piano si inserisce anche la nostra scelta di adottare ISO/IEC 42001, lo standard per i sistemi di gestione dell’AI. I nostri processi sono attualmente sotto audit: significa mettere in fila policy e ruoli, valutare impatti e rischi, governare dati e modelli, monitorare nel tempo e documentare in modo che tutto sia spiegabile. In altre parole: passare dai “progetti AI” a un’AI di cui fidarsi, allineata al business e sostenibile nel lungo periodo.

Se l’AI ti incuriosisce ma vuoi risultati, “ChatGPT 5: Il Kung Fu del Prompting” è un buon punto di partenza perché racconta il nostro metodo in modo chiaro e pratico.

Se vuoi capire come l’AI può entrare davvero nei tuoi strumenti e nei tuoi progetti—dall’analisi documentale, al reverse engineering, ai workflow intelligenti, fino alle integrazioni nei prodotti — parliamone: possiamo esplorare insieme casi d’uso, organizzare un workshop o avviare un piccolo pilota.

Dal dojo al tuo contesto, senza perdere il filo.

Puoi trovare ChatGPT 5: il nostro “kung fu” dell’AI QUI